A piedi scalzi
Prima non li amavo molto, i miei piedi.
Diciamo che non li consideravo proprio: li percepivo più che altro quando indossavo scarpe scomode, quando qualche dolorino li rendeva protagonisti del mio sentire.
Per anni ho danzato, e ricordo che in quei momenti li sentivo eccome i piedi...avvertivo un senso di chiusura e costrizione dentro quelle scarpette da ballo, non vedevo sempre l'ora di toglierle.
Poi un bel giorno sono approdata nel mondo dello Yoga, dove i piedi si tengono nudi sul tappetino. 🐾
Prima non li amavo molto, i miei piedi.
Diciamo che non li consideravo proprio: li percepivo più che altro quando indossavo scarpe scomode, quando qualche dolorino li rendeva protagonisti del mio sentire.
Per anni ho danzato, e ricordo che in quei momenti li sentivo eccome i piedi...avvertivo un senso di chiusura e costrizione dentro quelle scarpette da ballo, non vedevo sempre l'ora di toglierle.
Poi un bel giorno sono approdata nel mondo dello Yoga, dove i piedi si tengono nudi sul tappetino. 🐾
Inizialmente diffidente, mi ostinavo a tenere i calzini...scivolavo e non ottenevo mai un buon affrancamento al terreno.
Quando mi sono decisa finalmente a liberarmi da quei tessuti, ho iniziato a guardarli e ad afferrarli, come se fossero a me degli sconosciuti.
Pian piano ho scoperto in loro le mie radici, la base solida su cui scaricare tutto il mio peso quando ho bisogno di centrarmi. 🌲
Non guardo più il loro aspetto per trovare bellezza, ho imparato ad ascoltare ciò che mi sussurrano con le loro sottili sensazioni.
⏩ Ad oggi amo praticare scalza, e lo consiglio fortemente a chi segue le mie lezioni...è un incontro con loro, i nostri meravigliosi piedi, troppo un peccato perderselo.
E' così bello lasciar andare
Le semplici parole «lascia andare» possono diventare un vero e proprio mantra da ripetere in molte situazioni della vita. 🍃
Sapere che esiste questa strada, ci aiuta a sceglierla consapevolmente come alternativa da percorrere: all'inizio è tutt'altro che facile, ma più ci esercitiamo, più diverrà l'unica strada davvero liberatoria.
Le semplici parole «lascia andare» possono diventare un vero e proprio mantra da ripetere in molte situazioni della vita. 🍃
Sapere che esiste questa strada, ci aiuta a sceglierla consapevolmente come alternativa da percorrere: all'inizio è tutt'altro che facile, ma più ci esercitiamo, più diverrà l'unica strada davvero liberatoria.
🌿 Quando la vita si dimostra antipatica, quando ci ribalta tutte le carte in tavola...«lascia andare» le tue aspettative, affidati al disegno più grande che c'è in serbo per te.
🌿 Quando stai vivendo un momento magico, bellissimo, e senti l'impulso di volerlo trattenere a tutti i costi...«lascia andare» il tuo attaccamento, consegna quegli istanti meravigliosi al tempo che passa.
🌿 Quando un dolore fisico ti attanaglia, e di reazione il tuo corpo si chiude, si irrigidisce per opporsi ad esso...«lascia andare» quella resistenza, respira nelle zone che urlano vendetta, donerai loro una morbidezza che rende tutto più sopportabile.
🌿 Quando alcuni pensieri ti assillano, ti fanno stancare, ti perseguitano anche nei momenti di relax...«lascia andare» quei prodotti della mente, soffiali nel vento, altro non sono che nuvole transitorie.
Che possa la strada del «lasciar andare» donarci libertà, leggerezza, apertura e nitidezza.
Proviamo ad avere il coraggio di attraversarla.
Amiche o nemiche?
La pratica Mindfulness mi ha insegnato a non puntare il dito addosso agli aspetti di me che non mi piacciono. A non essere il giudice severo delle mie insicurezze.
Per anni avevo cercato di combattere la mia "timidezza"...quando mi trovavo in mezzo a tante persone e dovevo parlare, ad esempio, mi sentivo il fuoco divampare nelle guance, le gambe molli, la gola secca, e il cuore a mille.
Era la mia nemica "ansia", puntualmente mi stava tirando il suo agguato.
La pratica Mindfulness mi ha insegnato a non puntare il dito addosso agli aspetti di me che non mi piacciono. A non essere il giudice severo delle mie insicurezze.
Per anni avevo cercato di combattere la mia "timidezza"...quando mi trovavo in mezzo a tante persone e dovevo parlare, ad esempio, mi sentivo il fuoco divampare nelle guance, le gambe molli, la gola secca, e il cuore a mille.
Era la mia nemica "ansia", puntualmente mi stava tirando il suo agguato.
La mente produceva pensieri del tipo: «voglio scappar via da qui», «non voglio che vedano la mia ansia, che vergogna», «aiuto, non ce la faccio!».
Mi ribellavo ad "ansia" e "timidezza", facendo di tutto per reprimerle e contrastarle, volevo che il mondo vedesse in me esattamente il contrario.
Ma non ottenevo nulla.
Loro anzi, aumentavano ancora di più.
Finché ho cominciato a praticare, e il mio rapporto con loro è pian piano cambiato.
Anziché farmi trascinare dal giudice, scelgo il respiro come mia guida...il suo movimento nella pancia mi tranquillizza, mi rassicura, laggiù non ci sono pensieri.
Provo a guardare con tenerezza "ansia" e "timidezza", e dico loro: «ben ritrovate, questo è un altro momento per me importante e delicato, vi ringrazio per avermelo segnalato».
Non spreco le energie per scacciarle via, ma le utilizzo per centrarmi.
Da quando ho stretto amicizia con loro, le stesse situazioni che prima temevo sono diventate ora i luoghi dove imparo di più su me stessa.
Grazie, amiche mie.
Che succede quando sei solo?
"La solitudine è come una lente di ingrandimento: se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo" (Giacomo Leopardi).
Ti capita ogni tanto di trovarti completamente solo? Magari senza grandi impegni da fare?
Come ti senti?
"La solitudine è come una lente di ingrandimento: se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo" (Giacomo Leopardi).
Ti capita ogni tanto di trovarti completamente solo? Magari senza grandi impegni da fare?
Come ti senti?
La solitudine a volte spaventa e facciamo di tutto per non incontrarla...vedendo persone, lavorando con gli straordinari, buttandoci in mille attività.
Perché stare soli vuol dire incontrare davvero noi stessi: guardare in faccia le nostre vere emozioni, buttando via la maschera che ci fa sentire invincibili. 👀
🔼Ci vuole una certa dose di coraggio. Perché a volte fa proprio paura affrontare quello che sentiamo.
🔼Ci vuole una certa pazienza ad ascoltare i soliti pensieri, che da anni scorrono dentro di noi. Vorremmo soltanto romperlo completamente quel "disco rotto"!
🔼 Ci vuole un certo amore per dedicarsi alla persona che siamo. Abbracciarla stretta è ciò che di più dolce possiamo fare a noi stessi.
🔼Ci vuole un po' di autoironia, per sdrammatizzare i macigni che ci portiamo. Imparando a guardarci con più simpatia e leggerezza.
E così...possiamo buttarci di nuovo nel flusso, in mezzo agli altri, nel caos della vita, ma lo faremo ricaricati dell'amore della persona più importante: noi stessi.
Dall'alto per cambiare prospettiva
Quando tutto va a rotoli, quando ti sembra di annegare risucchiato dai problemi della vita...prova a fermarti un attimo.
Chiudi gli occhi, fai un respiro profondo, e immagina di essere su una giostra che ti fa salire in alto, sempre più in alto...
Da lassú prova a sbirciare la tua vita che è rimasta in basso, è diventata più piccola da questa prospettiva?
Riesci a sentire una maggior "distanza" dalle situazioni che ti creano problemi?
Quando tutto va a rotoli, quando ti sembra di annegare risucchiato dai problemi della vita...prova a fermarti un attimo.
Chiudi gli occhi, fai un respiro profondo, e immagina di essere su una giostra che ti fa salire in alto, sempre più in alto...
Da lassú prova a sbirciare la tua vita che è rimasta in basso, è diventata più piccola da questa prospettiva?
Riesci a sentire una maggior "distanza" dalle situazioni che ti creano problemi?
☁ Inspira ossigeno e sentiti elevare verso l'alto: il periodo che stai attraversando è soltanto un puntino rispetto alla tua vita intera.
☁ Espira le tensioni che hai accumulato: lascia che i macigni pesanti vengano portati via dal vento.
Tutto passerà, tutto cambierà.
Da questa prospettiva tu lo puoi vedere con chiarezza.
Pensieri liberi ispirati agli asana
Tante le sensazioni che la pratica Yoga regala al mio corpo, diverse a seconda di come sto quel giorno, di che periodo sto attraversando: ogni volta è un incontro nuovo con lo spazio più profondo che risiede dentro di me.
Desidero condividere una raccolta di pensieri ispirati alle sensazioni che alcuni asana (posture fisiche dello Yoga) sanno donarmi...che possano essere fonte di ispirazione per la vostra pratica personale o semplicemente uno spunto di riflessione.
Tante le sensazioni che la pratica Yoga regala al mio corpo, diverse a seconda di come sto quel giorno, di che periodo sto attraversando: ogni volta è un incontro nuovo con lo spazio più profondo che risiede dentro di me.
Desidero condividere una raccolta di pensieri ispirati alle sensazioni che alcuni asana (posture fisiche dello Yoga) sanno donarmi...che possano essere fonte di ispirazione per la vostra pratica personale o semplicemente uno spunto di riflessione.
URDHVA DHANURASANA (ARCO)
Apertura, forza e vulnerabilità: con la forza di braccia e gambe che spingono a terra, esponi il tuo cuore alla vita, e fidandoti ti lasci andare.
SALAMBA SARVANGASANA (CANDELA)
Quando spalle, anche e caviglie trovano il loro armonioso allineamento, la leggerezza ti permette di spingere le dita dei piedi verso il cielo, respirando aria di libertà.
ARDHA CHANDRASANA (MEZZA LUNA)
Il corpo registra, con il tempo, il lavoro, e dona sensazioni ed emozioni che integrano e completano mente e cuore: impara ad ancorarsi alla terra, a volare verso il cielo, il tutto nello stesso istante.
KAKASANA (CORVO)
Quando ti spingi in avanti piano piano, un centimetro alla volta, in cerca del tuo equilibrio con consapevolezza, doni alle gambe la leggerezza che permette loro di salire insieme e senza scatti, e allo spirito la possibilità di sentirsi forte.
ASTAVAKRASANA (OTTO CURVE)
Senza fretta, sperimentando la distribuzione del peso con curiosità, puoi distendere lateralmente le gambe, rendendoti conto che il lavoro è solo in minima parte legato alla forza delle tue braccia. Dedicandoti, puoi farcela.
HANUMANASANA (SCIMMIA)
La tua presenza fisica si espande nello spazio circostante, la tua mente di apre a nuove prospettive, il tuo cuore sente di non essere solo, tutto si unisce e si allarga.
ADHO MUKHA SVANASANA (CANE A TESTA IN GIU')
Le prime volte che accedi alla posizione, l'abbaiare del cane che si ribella può assordare le orecchie, ma una volta diventati amici, ti chiedi come faresti ora senza i suoi rassicuranti benefici.
EKA PADA RAJAKAPOTASANA (RE DEI PICCIONI)
La completezza di questa posizione è totalizzante, ogni centimetro del corpo è impegnato nella realizzazione di questa opera d'arte, mentre il respiro si occupa di dirigere l'orchestra.
USTRASANA (CAMMELLO)
Ricordandoti di allungare la schiena con l'ispirazione prima di fletterla indietro con l'espirazione, eviti di sentire l'effetto "pinza" sulle lombari, permettendo alla schiena di inarcarsi con serenità d'animo.
Quelle gocce che ti rendono vivo
Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Ti ricordi il motivo?
E come hai gestito quel momento?
Vien difficile "concedersi" di piangere...facciamo di tutto per trattenerle dentro quelle lacrime.
Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Ti ricordi il motivo?
E come hai gestito quel momento?
Vien difficile "concedersi" di piangere...facciamo di tutto per trattenerle dentro quelle lacrime.
Lacrime di dolore, tristezza, rabbia, disperazione, preoccupazione.
È l'orgoglio a fermarci? Oppure la paura di quanto potremmo stare male una volta lasciata la presa?
Eppure quando finalmente ce lo concediamo, e il viso inizia a riempirsi di acqua, iniziamo subito a stare meglio.
Quanto è liberatorio piangere! 💦
Lascia andare...prenditi cura dell'emozione che fa scatenare quelle gocce che ti rendono vivo.
Non importa se c'è qualcuno ad asciugarti il viso, ciò che conta è che ci sei tu, vivo, intero, emozionato, e pronto ad accogliere con amore la parte più vulnerabile del tuo cuore. 💙
Che rapporto ho con il caldo?
Il caldo estivo, come quello di questi giorni, ci mette a dura prova. Sudiamo tutto il giorno, rimpiangiamo il fresco della primavera appena passata, speriamo in una pioggia che rinfreschi tutto per un attimo.
Possiamo però scegliere di "allearci" con lui, vivendolo come un compagno di squadra che ci serve la palla per una mossa vincente. ☀
Temperature come queste ci permettono infatti di sentire moltissimo il nostro corpo!
Il caldo estivo, come quello di questi giorni, ci mette a dura prova. Sudiamo tutto il giorno, rimpiangiamo il fresco della primavera appena passata, speriamo in una pioggia che rinfreschi tutto per un attimo.
Possiamo però scegliere di "allearci" con lui, vivendolo come un compagno di squadra che ci serve la palla per una mossa vincente. ☀
Temperature come queste ci permettono infatti di sentire moltissimo il nostro corpo!
🔸Quando sudiamo la nostra pelle si cosparge di goccioline d'acqua che ci fanno quasi il solletico...parti del corpo che generalmente non percepiamo così bene (come il retro delle ginocchia, il naso, la zona lombare della schiena, ecc.) diventano improvvisamente protagoniste della nostra attenzione.
🔸L'istinto della sete si rende più vivo, anche se di solito siamo tra quelli che bevono solo nei pasti. E quando l'acqua va giù per la gola, ci sembra quasi di vederla nel suo tragitto verso lo stomaco, tanto è fresca e piacevole la sensazione che ci suscita.
🔸Il caldo ci rallenta. Ci costringe ad andare più piano, se non vogliamo scioglierci come ghiaccioli al sole, offrendoci così più spazio per "essere".
L'istinto è invece spesso di sbuffare, lamentarsi delle temperature, ribellarsi al momento presente sperando in uno migliore futuro.
Ma se approfittiamo dei suggerimenti che il caldo di offre, regaleremo al nostro corpo più attenzione e rispetto!
Che le temperature africane possano donarvi attimi di presenza e connessione con il vostro tempio, il corpo.
Meditare camminando
Chissà quanti passi facciamo ogni giorno, per raggiungere posti, girare per casa, per fare passeggiate all'aria aperta o per portare il nostro cane a sporcare.
Le gambe e i piedi sono il nostro veicolo principale, anche nelle giornate in cui stiamo per ore sul sedile della macchina macinando chilometri.
E allora perché non approfittare di loro per compiere brevi meditazioni quotidiane?
Lo possiamo fare tutti, anche chi non è solito praticare la classica meditazione sul cuscino nella vita di tutti i giorni.
Chissà quanti passi facciamo ogni giorno, per raggiungere posti, girare per casa, per fare passeggiate all'aria aperta o per portare il nostro cane a sporcare.
Le gambe e i piedi sono il nostro veicolo principale, anche nelle giornate in cui stiamo per ore sul sedile della macchina macinando chilometri.
E allora perché non approfittare di loro per compiere brevi meditazioni quotidiane?
Lo possiamo fare tutti, anche chi non è solito praticare la classica meditazione sul cuscino nella vita di tutti i giorni.
Si tratta semplicemente di portare l'attenzione all'atto del camminare, mentre si sta camminando.
Sembra banale e semplice, vero? Tutt'altro. Provare per credere.
Proprio perché il camminare è un'azione ormai per tutti automatica e immediata, risulta piuttosto difficile focalizzare la mente sui dettagli del movimento, sulle sensazioni che i piedi e le gambe rimandano al cervello, sui cambiamenti del respiro mentre il corpo si muove a velocità diverse. Solitamente infatti ci muoviamo "con il pilota automatico", gli arti inferiori sanno già cosa devono fare e dove devono andare, quindi la mente si perde via facilmente in pensieri più o meno legati al momento presente.
Con questo post desidero invitarti ad uscire da tali automatismi, provando la meditazione camminata, puoi scegliere tu dove e quando praticarla.
Potresti iniziare ad esempio a casa, in una stanza da solo, magari insieme ad una musica rilassante di sottofondo: nelle mura domestiche potresti sentirti libero di chiudere anche gli occhi, se l'equilibrio lo permette, per percepire con ancora più vividezza i rimandi sensoriali del corpo.
Oppure puoi introdurla nel bel mezzo della routine quotidiana: mentre cammini spedito per andare al lavoro, in metropolitana, quando sei a passeggio con il tuo cane, durante la spesa al supermercato, mentre culli tuo figlio per farlo addormentare.
Non servono strumenti particolari, ma soltanto:
- il desiderio di connettersi con il momento presente, mentre stai camminando
- la convinzione che emergeranno continuamente pensieri distraenti, e che questo è assolutamente normale
- l'intenzione di riportare con gentilezza la mente alle sensazioni del corpo, ogni volta che ti accorgerai che ti ha trascinato altrove
- ricordarti di non infliggerti accuse se vivrai con difficoltà lo stare focalizzato sul presente, è per tutti faticoso e l'allenamento aiuterà
E ora concludo con una breve guida che potrai leggere prima di praticare la meditazione camminata, ti aiuterà a mettere a fuoco la struttura principale di questa pratica.
Sentiti però libero di portare creatività alla tua meditazione, a seconda dell'esperienza ogni volta differente che vivrai.
"Puoi tenere indosso le scarpe, ma sarà un’esperienza più ricca stando a piedi nudi o con le calze (se è possibile).
In piedi all’inizio del percorso chiudi gli occhi e percepisci tutto il tuo corpo. Nota le sensazioni provenienti dai piedi sul suolo, la gravità che tira il corpo verso il basso.
Nota la sensazione dell’aria che avvolge la tua pelle nelle zone del corpo esposte.
Ascolta i suoni che ti circondano, quelli più vicini e quelli più lontani.
Presta attenzione al respiro che fluisce nell’addome, nel petto e nelle narici.
Apri gli occhi e lascia che lo sguardo si rivolga verso il basso, qualche spanna davanti a te. Considera il tuo campo visivo come farebbe un artista, osservando i colori, le superfici e le forme.
Quando ti sentirai presente all’esperienza dello stare in piedi, sarà il momento di cominciare a camminare.
Solleva con attenzione un piede, dal tallone alla punta, notando le sensazioni presenti in esso, nella gamba e nel resto del corpo. Portalo lentamente in avanti attraverso lo spazio, notando come cambia l’equilibrio del tuo corpo. Appoggialo lentamente al suolo, una parte per volta, dal tallone alla punta.
Quando il piede sarà ben piantato sul pavimento sarà il momento di muovere l’altro.
Continua con questi movimenti lenti e attenti fino al raggiungimento della tua destinazione.
A quel punto fermati di nuovo in piedi, come all’inizio, facendo attenzione ai piedi contro il suolo, all’aria, ai suoni, al campo visivo.
Porta un sentimento di ringraziamento verso te stesso, per il gesto attento e curioso che hai appena donato al tuo corpo e alla tua mente."
La pace è ogni passo.
Il fulgido sole rosso è il mio cuore.
Ogni fiore sorride con me.
Quanto verde rigoglio tutt’intorno!
Com’è fresco il soffio del vento!
La pace è ogni passo,
e fa gioioso il silenzio senza fine.
Thich Nhat Hanh
Una lunga ma indispensabile formazione
Sapete qual è la strada da compiere per divenire uno psicologo in Italia? Quanti anni pensate che servano?
Forse non lo immaginate, ma il percorso di formazione di uno psicologo è molto simile a quello di un medico.Ebbene si...chi sceglie questa strada ha davanti a sè delle tappe ben precise, simili alla medicina.
Sapete qual è la strada da compiere per divenire uno psicologo in Italia? Quanti anni pensate che servano?
Forse non lo immaginate, ma il percorso di formazione di uno psicologo è molto simile a quello di un medico.
Ebbene si...chi sceglie questa strada ha davanti a sè delle tappe ben precise, simili alla medicina.
Dopo i 5 anni di università, lo aspettano:
✅un anno intero di tirocinio gratuito (1000 ore totali, come un lavoro vero e proprio ma purtroppo non retribuito)
✅l'esame di stato, che consiste in 3 prove scritte (che vertono sia su aspetti teorici, che pratici di questo lavoro), più un colloquio orale finale (quasi come un secondo esame di maturità praticamente!)
✅superato l'esame può iscriversi all'albo ufficiale, e così iniziare a lavorare come psicologo.
Esiste un codice deontologico (esattamente come per i medici) formato da un insieme di regole da rispettare, pena l'espulsione dall'albo.
Ma non è finita qui, lo psicologo che a questo punto desidera diventare psicoterapeuta, per poter proporre veri e propri percorsi terapeutici, ha davanti altri 4 anni di scuola di formazione.
⏩Lo psicoterapeuta fatto e finito ha quindi alle spalle ben 10 anni di studio e tirocinio, proprio come un medico che si è appena specializzato.
D'altronde per poter essere un vero professionista della salute mentale, così come per quella fisica, occorrono anni e anni di studio e lavoro.
Sui siti internet degli ordini degli psicologi delle varie regioni d'Italia potete accertarvi che il professionista a cui vi state affidando sia davvero iscritto all'albo e in regola per esercitare.
Qui i colleghi della Lombardia: www.opl.it
Articoli curati dalla Dott.ssa Sara Citro, Psicologa, Psicoterapeuta ed insegnante Mindfulness.